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Dal Qr Code al Tq Braille: un’evoluzione inclusiva nel marketing omnicanale

Originariamente sviluppato in Giappone negli anni ’90 per tracciare i componenti nell’industria automobilistica, il codice QR è stato progettato per memorizzare una grande quantità di informazioni in uno spazio compatto e per essere letto rapidamente da una fotocamera.

Attraverso i dispositivi mobili, oggi l’utente può facilmente inquadrare il codice con il suo smartphone e raggiungere una vasta gamma di collegamenti: siti web, e-commerce, menù digitali e via dicendo.

È facile intuire come questa tecnologia si sia integrata armoniosamente nella nostra quotidianità. Sono innumerevoli i processi digitali, commerciali e gestionali che il Qr code può ottimizzare.

Il funzionamento è abbastanza semplice: i Qr code non sono altro che informazioni convertite in un formato visivo, leggibili dalla fotocamera. Questi dati vengono poi interpretati per mostrare all’utente il “contenuto” a cui il Qr code è associato.

Nel marketing, questa tecnologia ha acquisito un’importanza fondamentale perché in grado di facilitare svariati processi all’interno del business, dispendiosi o anacronistici. Basti pensare alla capillarità con la quale i codici stampati possono presidiare una zona d’interesse per promuovere un evento, un prodotto o un servizio. Oppure alla facilità con la quale questo strumento collega naturalmente il mondo digitale e quello fisico, trovando ampio spazio di scalabilità in un periodo storico dove il marketing omnicanale regna sovrano.

Il grande vantaggio è che, agendo come un vero e proprio asset proprietario, il Qr permette di reindirizzare l’utente ad una destinazione specifica in modo diretto, senza nessuna distrazione.

Quali sono gli sviluppi di oggi?

Il periodo di massima ascesa del Qr code è stato l’avvento della pandemia mondiale del 2020. Lo strumento si è trasformato in una soluzione per pagamenti contactless, menù digitali, ed il tanto discusso green pass.

A proposito di questo, è interessante notare l’impatto sociale che ha avuto la tecnologia sulla popolazione mondiale.

Se prima rappresentava un qualcosa di sconosciuto ai più, quasi riservato ad una nicchia “tech-addicted”; dal 2020 le cose sono cambiate: scansionare un codice con il proprio smartphone è diventato ordinario per tutti, eliminando gap generazionali e culturali creati dal progresso.

Questo fenomeno fa riflettere perché simboleggia la chiara direzione che una qualsiasi innovazione tecnologica dovrebbe intraprendere per diventare parte integrante delle nostre vite: se essa sposa una causa comune, risolve un problema di “tutti” ed è facilmente integrabile nella quotidianità, allora quella tecnologia sarà predisposta a crescere.

Ovviamente non esiste nessun trucco: i tre fattori citati non rappresentano gli unici elementi necessari per diffondere a dismisura una tecnologia, ma è sicuramente un buon punto di partenza.

Tuttavia, di recente, il Qr code ha subito un’evoluzione che potrebbe contribuire ulteriormente alla sua diffusione: nasce qui a Torino, città notoriamente attiva nel mondo della ricerca scientifica e tecnologica, il Tq Braille.

La Arti Grafiche Parini ha sviluppato un Qr code inclusivo che promette di migliorare la vita alle persone affette da cecità completa o parziale, permettendo loro di leggere informazioni riportate sulle confezioni dei prodotti.

Il funzionamento del nuovo codice è il seguente: sarà posizionato un Qr code circondato da una cornice punzonata con la parola “Qr” in alfabeto Braille, in modo da evidenziare la posizione.

Sulla pagina web di destinazione sarà possibile ascoltare il contenuto tramite sistemi di lettura, che riporteranno tutte le informazioni che il produttore ha deciso di inserire.

Rimanendo nel nostro perimetro territoriale, il periodico metropolitano Torino Magazine– di cui GBS Group è Technical & Commercial Partner- lo sta utilizzando sulle copertine dei nuovi numeri in uscita, per permettere a persone ipovedenti di raggiungere con facilità una lista di editoriali selezionati e gestiti ad-hoc.

Secondo le indicazioni dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, il periodico ha creato una pagina web con lettura a scorrimento, titoli e link che permettono di tornare agevolmente all’indice iniziale, in modo tale che i voice reader degli smartphone possano interagire al meglio con le pagine stesse.

Questa idea, così semplice, rappresenta una rivoluzione nel mondo del packaging e dell’inclusività, vestendo i panni di un vero e proprio ponte diretto tra produttore e consumatore.

Il TQ Braille è un esempio perfetto della modalità con la quale i brand dovrebbero comprendere e risolvere una reale necessità del cliente grazie all’ascolto attivo.

Una necessità che può essere di natura psico-comportamentale, o concreta come in questo caso.

In un mercato nel quale i brand devono porre l’accessibilità e l’inclusività delle loro soluzioni al centro dei propri obiettivi per prosperare, muoversi in questa direzione potrebbe ampliare ulteriormente le opportunità e, perché no, il pubblico di riferimento.

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Luca Alberigo

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